Cena incontro con l’autore
- 3 min
- Eventi
Cena incontro martedì 22 marzo p.v. Osteria del Tuffetto – Marzaglia
Baghetti. Il leone di Reims
Lo scrittore Giacomo Arosio racconta la storia di questo giovane pilota ,Giancarlo Baghetti cui il nome è legato a un record mai più battuto nella storia della Formula 1.
con noi sarà presente Mauro Forghieri il ritrovo è fissato per le ore 20.00 all’Osteria del Tuffetto di Marzaglia, Strada Marzaglia 178.
Prenotazione obbligatoria in Segreteria 059220771 o via mail a [email protected]
Costo a persona 35 euro – obbligatorio green pass
‘ Dal 2 luglio 1961, il nome di Giancarlo Baghetti è legato a un record mai più battuto nella storia della Formula 1: la vittoria al debutto in un Gran Premio valido per il Campionato del Mondo. Baghetti aveva 27 anni, guidava una Ferrari ‘156’ semi-ufficiale ed ha raggiunto il successo in uno degli appuntamenti più prestigiosi dell’epoca: il GP di Francia sul difficile e velocissimo circuito di Reims. Ce n’era abbastanza per trasformare in un lampo il pilota milanese in un idolo nazionale, grazie anche alla ‘copertina’ che gli è stata dedicata dal celebre e diffusissimo settimanale popolare “La Domenica del Corriere”. Pilota coraggioso, dotato di notevole naturalezza alla guida, oltre che gentiluomo dall’aperta cordialità, nel 1962 Baghetti è diventato pilota ufficiale della Ferrari. Non è stato però un anno fortunato, a causa del periodo di transizione tecnica della Casa di Maranello, come ricorda nella prefazione al volume lo stesso ingegnere Mauro Forghieri, artefice della rinascita del Cavallino. Situazione che ha convinto Baghetti ad accettare l’offerta della neonata Casa ATS, diretta dall’ingegnere Chiti ex-direttore tecnico della Ferrari e con altri ex-dirigenti di Maranello ai posti di comando. Un intreccio semi-romanzesco che purtroppo non ha funzionato e che avrebbe condizionato la carriera di Baghetti, conclusa comunque solo nel 1968. Il passaggio alla ATS aveva comunque indirettamente favorito l’ascesa alla Ferrari di Lorenzo Bandini, contrapposto nell’immaginario popolare a Giancarlo Baghetti: di origini modeste e meccanico d’officina il primo, di estrazione alto-borghese il secondo. In realtà tra loro c’era amicizia e grande rispetto, ma la tragica morte di Bandini al GP di Monaco del ’67, guidando una Ferrari, ha definitivamente unito i due piloti in un unico, seppure diverso destino.